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Simone Schettino è un comico e cabarettista italiano che si auto-definisce ironicamente “fondamentalista napoletano”.
Ha frequentato il corso di Giurisprudenza all'Università degli Studi di Napoli Federico II ma non ha conseguito la laurea.
Ha recitato in cabaret insieme a Biagio Izzo, su una rete locale campana: "Telenapoli 34", dal 1998 al 2001 in una trasmissione chiamata "Pirati Show".
Schettino ha debuttato in teatro al Cilea di Napoli nel 2000. In seguito ha tenuto diversi spettacoli in teatri e piazze ed ha inoltre pubblicato alcuni CD e DVD contenenti le sue esibizioni.
Per la televisione ha partecipato ai programmi Convenscion su Rai 2 e SuperCiro su Italia 1, dove si è esibito presentando alcuni dei suoi sketch.
Nel gennaio 2004, a causa di un'infezione, ha dovuto sospendere per due mesi la sua attività e lo spettacolo Dov'eravamo rimasti? si riferisce a quella disavventura.
• I miei primi quattro anni (2000)
• Il Fondamentalista Napoletano (2001)
• Processatemi pure, ma con giudizio (2002)
• Tutto regolare (2003)
• Ma ogne scarpa addeventa scarpone? (speriamo di no..) (2003)
• Mamma mia che ipocrisia (2004, poi spostato al 2005)
• Dov'eravamo rimasti? (2004)
• Puozza campà cient'anne (2005)
• Inciuci globalizzati (2006)
• "Dicette 'o pappece vicino 'a noce.." (2006)
• Del Belpaese c'è rimasto soltanto il formaggio (2007)
• Se tocco il fondo... sfondo!!! (2010)
• Se permettete, vorrei andare oltre (2013)
LO SPETTACOLO
L’economia??? Stiamo rovinati. L’alta finanza??? Non mi interessa. I politici??? Tutti ladri!!!
Spesso esprimiamo giudizi così lapidari da liquidare un qualsiasi argomento in pochi attimi…
Del resto una delle più frequenti critiche rivolte alla società moderna riguarda infatti la pochezza degli argomenti che interessano al cittadino medio, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.
Ma il vero problema, sostiene l’ artista partenopeo, risiede invece nel contenuto di ciò che si dice piuttosto che nell’argomento stesso; non esistono infatti realtà di cui non valga la pena discutere, anche se considerate le più banali.
Il fatto stesso che esistono dovrebbe far riflettere.
Nello spettacolo “Se permettete vorrei andare oltre” il monologhista affronta tutta una serie di realtà quotidiane al limite del paradosso, chiaramente in modo ironico; ma è proprio attraverso questa ironia che si percepisce una vera e propria esortazione ad andare oltre i soliti luoghi comuni, le solite frasi fatte, il riportare le semplici notizie lette o sentite. Altrimenti il proprio pensiero risulta una sorta di disco già sentito.
Farsi una propria idea su ciò che apprendiamo dai media , anche mettendo in dubbio quello che invece viene dato per certo, sicuramente rende l’argomento in sé più interessante e allora sì che vale la pena di affrontarlo, sia pure con la consapevolezza di poter sbagliare. L’importante è credere in quel che si dice, a differenza di chi invece dubita su ogni cosa solo per partito preso o, peggio ancora, di chi manifesta il suo disaccordo solo perchè spinto da esibizionismo.
Il messaggio è appunto quello di riscoprire il gusto del dialogo e del ragionamento, che risulta tanto più piacevole quando c’è confronto, non limitandosi ad accondiscendere sul pensiero altrui.
Questa in sintesi è per l’artista la vera libertà di pensiero, dove il concetto di ” libertà ” viene inteso non solo come libertà di poterlo esprimere, ma anche come licenza di poter sbagliare se si è in buona fede.
Al contrario un pensiero unico, dettato più dall’indifferenza riguardo un argomento che da una reale convergenza di idee, per quanto libero, può avere lo stesso effetto negativo di un pensiero imposto, se non addirittura superiore.
Ovviamente l’unica imposizione alla quale l’artista si assoggetta volentieri è quella di far divertire il suo pubblico dall’inizio alla fine, con la giusta ironia che lo spettacolo richiede.